Comune: Nuoro
sito: Casa museo di Grazia Deledda
anno: 2021 – 2022
Committente: ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico
Progettazione: lighting design
Fotografie: Stefano Ferrando – Studio Vetroblu
Cenni storici
La casa natale della scrittrice Grazia Deledda, premio Nobel per la Letteratura nel 1926, risale alla seconda metà dell’Ottocento. Situata a San Pietro, il rione dei pastori che con Seuna costituisce il più antico agglomerato della città, è un esempio d’abitazione nuorese del ceto benestante. L’edificio si sviluppa su tre piani, con corti interne al pianterreno. La Deledda vi abita fino al giorno delle nozze, avvenute nel 1900. Nel 1901 la scrittrice si stabilisce a Roma e le sue visite a Nuoro si diradano. Nel 1913 la casa viene venduta ma non subirà radicali trasformazioni. Dichiarata monumento nazionale, viene acquistata nel 1968 dal Comune di Nuoro, che la cede all’Istituto Superiore Regionale Etnografico nel 1979, al prezzo simbolico di mille lire. L’Istituto opera subito affinché la casa possa ospitare un museo dedicato alla scrittrice. Grazie alla generosità della famiglia Madesani-Deledda, l’ISRE entra in possesso di un gran numero di manoscritti, fotografie, documenti vari e oggetti personali che, trasferiti da Roma a Nuoro, formano la prima dotazione del museo. Aperto nel 1983, diviene un tappa obbligata per gli studiosi e i visitatori di Nuoro e della Sardegna.
La nuova luce
Il progetto di lighting design per la casa museo della Deledda, realizzato in occasione dei 150 anni della nascita della scrittrice premio Nobel, ha riguardato gli spazi esterni e gli spazi interni. Negli spazi interni sono stati sostituiti i vecchi corpi illuminanti con altri di ultima generazione. Questi hanno flussi più idonei per poter apprezzare l’esposizione e una resa cromatica maggiore a 90. L’unica sala che è stata completamente ripensata è la cosiddetta “stanza della memoria”, posta all’ultimo piano dell’edificio. Una sorta di “soffitta della memoria”: una quantità di documenti, oggetti personali, libri, fotografie, lettere che veicolano il riaffiorare di ricordi, eventi, persone, circostanze. Questa illuminazione è stata ripensata in modo tale da valorizzare gli oggetti esposti, mantenendo i corretti livelli di illuminamento per la loro conservazione.
Gli spazi esterni
La facciata del monumento nazionale, non presenta particolari elementi decorativi. L’intento, in accordo con la Soprintendenza di Sassari, era quello di avere una luce morbida, uniforme quanto più possibile sulla superficie, evitando particolari effetti di accenti. Studiando la corretta incidenza della luce e le giuste ottiche, e posizionando i corpi illuminanti sull’edificio antistante, di proprietà del Comune di Nuoro, si è riusciti a raggiungere l’obiettivo che ci si era prefissati. Si sono mantenuti dei livelli di illuminamento leggermente superiori solamente per far meglio risaltare la targa commemorativa e l’antica porta d’ingresso, caratterizzata da una colorazione celeste pallida. Altro elemento esterno che è stato messo in evidenza, sempre in maniera rispettosa del manufatto storico, è stato il portone ligneo e il sistema dei pilastri e arco in granito, incorniciati da una rigogliosa pianta di glicine. Per commemorare i 150 anni si è deciso di realizzare una proiezione temporanea nella facciata laterale destra. Questa verrà in seguito sostituita con una normale illuminazione sagomata all’interno della superficie della facciata. Il resto del progetto ha riguardato la messa in evidenza di porzioni del giardino della casa, delle due querce secolari e della finestra della camera della scrittrice, da cui vedeva il Monte Ortobene, luogo dell’anima dei nuoresi. Tutto l’impianto è gestito tramite sistema bluetooth con il quale sono stati realizzati alcuni scenari.
credits: Sardegna Cultura