Concorso internazionale di idee
Anno: 2015
Città: Milano
grafica tavole concorso curata da Alessandro Congiu
Premessa
L’approccio alla riqualificazione dell’importante Piazza della Scala, è stato fin da subito orientato al rispetto e all’esaltazione delle architetture presenti sul luogo. Allo stato attuale l’attenzione del visitatore viene catturata al centro della piazza, escludendo quindi le emergenze architettoniche che si affacciano su di essa. Il cerchio, quindi le aiuole che ne fanno parte, attirano lo sguardo e il passante, distogliendolo dal resto. Le architetture quindi diventano cornice e non soggetto principale della Piazza. Uscendo dalla Galleria Vittorio Emanuele II si è maggiormente attratti dal verde centrale che dalla facciata del Teatro alla Scala, questo perché le alberature non lasciano liberi i coni ottici. L’altezza delle piante scherma i vari palazzi sia che si provenga dalla via Manzoni, dal largo Ghiringhelli o dalla Galleria Vittorio Emanuele II. Oltre questo due lati della piazza sono strade sulle quali gravita un traffico di rilievo, che separano ed escludono da un sistema pedonale unitario il Teatro alla Scala e le Gallerie d’Italia. Contribuisce a questa emarginazione anche il parcheggio sul largo Ghiringhelli, il quale toglie importanza al prospetto del Teatro.
Progetto
Partendo da questa considerazione e considerando l’intervento maggiormente come di carattere urbano piuttosto che di disegno dell’arredo urbano, abbiamo deciso di creare un ampia zona ciclo-pedonale con una nuova sistemazione dei sensi di percorrenza delle vie limitrofe e di “esplodere” la forma concentrica che è presente attualmente creando nuovi assi che potessero guidare il visitatore e il suo sguardo verso le importanti architetture presenti. In Questo modo la piazza diventa il palco da cui ammirare le varie emergenze architettoniche.
Per esaltare questa scelta si è deciso di usare un’unica pavimentazione di sampietrini in pietra di Cuasso al Monte che andasse a ricoprire anche le strade limitrofe all’attuale piazza quali: largo Mattioli, via Case Rotte, via Manzoni, via Filodrammatici e Largo Ghiringhelli. La piazza diventerebbe un naturale prolungamento delle dimensioni civiche, istituzionali, espositive e culturali ospitate nei vari palazzi, divenendo un elegante foyer caratterizzato dal verde, dalle sedute e dall’acqua. Attraverso un disegno, scaturito dalla scansione dei profili del porticato del Teatro alla Scala, si è progettata una fontana a raso proprio nel punto in cui sussiste il parcheggio selvaggio di motocicli, donando maggiore eleganza allo spazio antistante e all’area del dehor. Per quanto riguarda la Piazza Paolo Ferrari e il Largo Mattioli entrambi sono stati ridisegnati attraverso una nuova pavimentazione costituita dai sampietrini in pietra di Cuasso al Monte e dal granito di Montorfano; con quest’ultimo si sono disegnati dei rettangoli scaturiti dalla scansione delle aperture degli edifici che si affacciano su entrambe le aree. Al centro della piazza Ferrari e del Largo Mattioli sei alberi recuperati dall’attuale piazza della Scala. Le alberature e il disegno della pavimentazione serviranno a guidare l’utente verso l’ingresso della nuova area che avrà una vocazione prevalentemente ciclo-pedonale, fatta eccezione per i taxi e la linea del tram che rimarrà invariata. L’eliminazione del traffico antistante al Teatro alla Scala permetterà una sua migliore percezione ed esaltazione, inoltre la pedonalizzazione dell’intera area non sarà altro che un naturale prolungamento di quella già presente in piazza Duomo e nelle piazze San Fedele e Belgioioso.
Coni ottici
– disegnati nella pavimentazione attraverso gli assi direzionali.
– realizzati per mezzo della nuova sistemazione delle alberature.
Per quanto riguarda gli assi direzionali nella pavimentazione, sia quello della Galleria Vittorio Emanuele II / Teatro alla Scala, che quello del Teatro Filodrammatici / Palazzo Marino, sono caratterizzati da scritte riportanti nomi e date relative alle architetture verso le quali la direttrice conduce. La piazza diventa quindi materialmente luogo di cultura e si collega fisicamente alle emergenze architettoniche, espandendosi grazie alle direttrici.